Secondo quanto riportato dall’Associazione Nazionale Cerealisti (ANACER) gli arrivi di cereali in granella diminuiscono di 340.000 tonnellate (-14%), date le minori importazioni soprattutto di grano duro (-175.000 t) e grano tenero (-132.000 t). Per quanto riguarda le farine proteiche vegetali, l’import si riduce di 51.000 t (-12,7%), dovuto alla farina di soia (-23.100 t) e farina di girasole (-32.000 t); aumenta invece l’import dei semi e frutti oleosi di 40.800 t (+10,5%) per i maggiori arrivi di semi di soia. Il riso, considerato nel complesso tra riso semigreggio, lavorato e rotture di riso, aumenta di 9.500 tonnellate.
Calano anche le esportazioni dall’Italia: nei primi due mesi del 2021 infatti diminuiscono nelle quantità di 89.000
tonnellate (-11,4%) e nei valori di 13,6 milioni di Euro (-2,1%), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La riduzione complessiva è dovuta soprattutto al calo delle vendite all’estero dei prodotti trasformati (-78.000 t), della pasta alimentare (-25.300 t) e del riso (-16.000 t, considerato nel complesso tra risone, riso semigreggio, lavorato e rotture). Aumentano invece le esportazioni dei cereali in granella (+25.800 t, di cui +21.700 t di grano duro) e della semola di grano duro (+4.400 t, pari a +30%).
I movimenti valutari relativi all’import/export del settore hanno comportato nei primi due mesi del 2021 un esborso di valuta pari a 984,5 milioni di Euro (982,4 nel 2020) ed introiti per 623,5 milioni di Euro (637,1 nel 2020). Pertanto il saldo valutario netto è pari a -361,0 milioni di Euro, contro -345,3 milioni di Euro nel 2020. I dati parziali ISTAT hanno così evidenziato un netto aumento del rapporto import/export in favore delle importazioni di cereali in questo primo bimestre del 2021. Sono necessari ulteriori approfondimenti per verificare se questa tendenza si manterrà durante tutta questa annualità e quale impatto avrà la ripresa economica e la fine delle restrizioni imposte dal governo sul settore.