Anche quest’oggi le quotazioni dell’oro si apprestano a chiudere la giornata di contrattazione in forte calo. Gli analisti ed esperti di metalli preziosi iniziano a domandarsi se questa correzione dai massimi è frutto di speculazione o l’annuncio di un crollo imminente.
Le quotazioni dell’oro quest’oggi sono in forte calo e vicine ai minimi di sessione nelle prime ore di scambi statunitensi. Le commesse rialziste stanno svanendo in un ambiente commerciale globale che vede una forte propensione al rischio senza grandi rischi geopolitici o economici. Alcune pressioni di vendita basate sull’analisi tecnica sono viste anche come una possibile correzione di breve termine, visto che l’oro era quotato dagli analisti come prossimo al raggiungimento dei 2000 dollari per oncia. I future dell’oro con scadenza ad Agosto sono scesi di 27,00 dollari a $ 1.851,40 e l’argento al Comex di Luglio è sceso di $ 0,471 a $ 27,68 l’oncia.
Le mani forti vendono oro?
Il “Commitments of Traders Reports” di Venerdì ha mostrato l’intenzione dei Money Manager di vendere oro, questo almeno per quanto riguarda l’andamento fino al 1 Giugno. Secondo la CFTC (Commodity futures trading commission) sulle posizioni speculative combinate future+opzioni l’open interest è in calo rispetto all’ultimo rapporto, mentre “per la prima volta in sei settimane” scrive Ole Hansen, analista di Saxo Bank su twitter ” i money manager hanno liberato il -2% delle posizioni nette long “.
Le quotazioni dell’oro possono crollare di nuovo?
Già in passato i prezzi dell’oro sono scivolati da livelli importanti. È accaduto nel 1975, nel 1980 e nel 2011, allorquando le quotazioni dell’oro sono scese rispettivamente del 45%, 62% e 42%. Era il 6 Settembre del 2011, una data che tutti i trader del metallo giallo ricorderanno sicuramente poiché è quello il giorno di scambi in cui l’oro toccò quota 1920 dollari per oncia. Da quella data in poco meno di un mese l’oro sprofondò a 1625 dollari, con una perdita di 300 dollari per oncia, lasciando una sensazione di sconforto in tutti i risparmiatori. L’oro ha poi lateralizzato per diversi mesi, fino a sprofondare definitivamente nel 2013 toccando i minimi quinquennali con una perdita del 40%.
La storia ci ha dunque insegnati che bisogna sempre tenere d’occhio i segnali e coprire le posizioni; si sa il mercato “sale per le scale per poi buttarsi dal balcone” (citazione di un mio carissimo amico trader che ha sostituito la parola ascensore con il balcone ed in tutta onestà a me piace). A cosa bisognerà rivolgere lo sguardo allora? Innanzitutto è molto probabile che la Fed riduca il Quantitative Easing il prossimo anno. Quando lo farà bisognera essere pronti perché le quotazioni dell’oro potrebbero scendere in maniera vertiginosa rispetto ai livelli di oggi.
In secondo luogo, sebbene l’inflazione sia aumentata negli ultimi mesi, non è probabile che continui ad accelerare a lungo. Quando le pressioni inflazionistiche iniziano a diminuire, è probabile che il prezzo dell’oro diminuisca. In terzo luogo, se l’inflazione continuerà ad accelerare più di quanto attualmente previsto, il rendimento dei titoli di stato a 10 anni aumenterà notevolmente. Ma l’aumento del rendimento dei bond è inversamente correlato ai prezzi dell’oro, che potrebbe essere venduto.
La Fed è il market mover!
Il miliardario manager di hedge fund Paul Tudor Jones ha riferito quest’oggi alla CNBC che sta prestando molta attenzione alla riunione politica della Federal Reserve di questa settimana alla luce dei recenti dati economici che mostrano prezzi al consumo più alti . “Se trattano questi numeri con nonchalance, penso bisognerà seriamente pensare ad un possibile aumento dell’inflazione”, ha detto Mr. Jones aggiungendo “Se diranno: ‘Siamo sulla buona strada, le cose vanno bene’, allora mi limiterei a puntare sull’inflazione”