Lo scorso Martedì 18 Maggio l’Agenzia internazionale per l’Energia (IEA) ha pubblicato un rapporto all’interno del quale viene tracciata una tabella di marcia per il comparto energetico globale che punta ad ottenere emissioni zero entro il 2050. “Il numero di paesi” afferma l’Agenzia “che hanno annunciato il loro impegno a raggiungere le emissioni zero nei prossimi decenni continua a crescere. Ma gli impegni assunti dai singoli governi fino ad oggi, sono ben al di sotto di quanto necessario per portare le emissioni globali di anidride carbonica, legate all’utilizzo di combustibili fossili, allo zero netto entro il 2050 e dare al mondo una possibilità pari di limitare l’aumento della temperatura globale”.
Questo rapporto è il primo studio completo al mondo sul come passare ad un sistema di energia pulita entro il 2050, garantendo nel contempo forniture energetiche stabili e convenienti, fornendo accesso universale all’energia e consentendo una solida crescita economica. La roadmap stabilisce un percorso economico ed economicamente produttivo, che si traduce in sistema energetico pulito, dinamico e resiliente, dominato da energie rinnovabili come il solare e l’eolico invece che dai combustibili fossili. Il rapporto esamina anche le principali incertezze, come il ruolo della bioenergia, la cattura del carbonio e i cambiamenti comportamentali nel raggiungimento dello zero netto.
A sollevare obiezioni circa la possibilità di eliminare tutti i nuovi investimenti sui combustibili fossili ci ha pensato il gruppo di paesi produttori OPEC, contestando fermamente la valutazione dell’IEA. “L’affermazione secondo cui non sono necessari nuovi investimenti in petrolio e gas dopo il 2021 è in netto contrasto con le conclusioni spesso espresse in altri rapporti dalla stessa Agenzia Internazionale e potrebbe portare ad una potenziale instabilità nei mercati petroliferi”, ha affermato il rapporto dell’OPEC rivisto da S&P Global Platts il 20 maggio. L’OPEC ha aggiunto che “mentre lo scenario [Net zero] sembra eccessivamente ambizioso in termini di ipotesi e risultati, sicuramente esso andrà ad influenzare nell’immediato le decisioni di investimento, che potrebbero frenare la domanda di combustibili fossili, come petrolio e gas; molti politici, società petrolifere e produttori di gas utilizzano gli scenari dell’AIE per la loro pianificazione strategica”.
Le più recenti previsioni del mercato petrolifero a lungo termine dell’OPEC, pubblicate a Ottobre, prevedevano che la domanda globale di combustibili fossili salirà dai livelli pre-pandemia di circa 100 milioni di barili al giorno ad un picco di 109,3 milioni di barili al giorno intorno al 2040, prima di scendere a 109,1 milioni di barili al giorno nel 2045 e stabilizzandosi “per un periodo relativamente lungo“.
Sono molti gli esperti che chiedono un cambiamento di passo da parte dei governi per la lotta ai cambiamenti climatici, così come sono molti gli analisti, gli esperti di materie prime e produttori del settore energetico che ritengono poco realistici gli obiettivi preposti dall’Agenzia Internazionale: azzerare i nuovi investimenti potrebbe portare ad un rallentamento della crescita economica, cosa che in questa fase post-pandemica i governi non possono permettersi, d’altro canto si dovrà pur cominciare a ridurre gli investimenti sui combustibili fossili a livello globale.
L’IEA chiede di cessare le nuove esplorazioni di petrolio, gas e carbone, ma anche la fine del predominio degli idrocarburi. Gli investimenti energetici, secondo l’agenzia, devono salire a 5 trilioni di dollaro all’anno entro il 2030, principalmente in energia pulita, rispetto ai 2 trilioni messi in campo oggi, ma i piani dei produttori sono attualmente in contrasto con quanto detto e scritto dall’IEA. Di fatti lo stesso giorno in cui veniva pubblicato il rapporto, la Shell ha tracciato il suo piano investimenti fino al 2025, con un netto incremento degli investimenti in petrolio e gas.
Secondo il Financial Times il rapporto dell’ IEA non è altro che il risultato di pressioni da parte di alcuni paesi degli stati membro, che da tempo avevano richiesto e commissionato un piano per le emissioni zero, accusando la stessa energia di favorire le compagnie petrolifere. Solo il tempo potrà dire se le previsioni promosse dall’ IEA saranno realmente realizzabili